Weekly Playlist N.21 (2022)

 

Con un po’ di tempo si finisce per abituarsi a tutto, tranne che ai dischi fantastici pubblicati di soppiatto durante giornate normalissime quando invece tutto il mondo civilizzato dovrebbe fermarsi per quei quaranta o cinquanta minuti, ed una volta finito il tutto ringraziare di esistere in contemporanea con chi si prende la briga di mettere su compact disc simili grandiosità in formato audio. Gli esempi dovreste averli già sott’occhio casomai vi foste trovati in zona da… boh, ormai nemmeno ci  ricordiamo da quanti anni a questa parte – e di recente l’ufficio sinistri Pagan Storm Webzine si sta dilettando con una serie di release già uscite oppure ancora nel cassetto.
Tanto per iniziare, tra i lavori al momento ben disponibili per intero e che oltretutto vi abbiamo consigliato anzitempo in separata sede c’è quello che al momento può benissimo candidarsi a migliore incipit dell’anno: a prima vista per le fattezze gargantuesche della traccia in questione, ma in realtà per le vette di splendore per scrittura, esecuzione ed impatto raggiunte dai Månegarm nella roboante “Freyrs Blod”. Su Ynglingaättens Öde” sarà nostra premura mettere in rete un approfondimento degno della magnificenza riservataci dagli svedesi, leggibile al più presto su questi schermi e necessaria nel Metal web italico tutto 7.5/10 e pacche sulle spalle. Il tellurico aprile 2022 non solo continua a farci godere a pallettoni ma si concede persino di dileggiarci tirandoci dietro certe squisitezze pure ora che ne siamo venuti fuori, tra cui l’esordio di una nuova creatura nell’affollato sottobosco sinfonico sempre meno nascosto dagli sguardi del grande pubblico. Lo sferragliare di “When The Dragonstorm Clouds Brake, Woe Betide The Worlds” mette in chiaro oltre alla dimestichezza dell’olandese volante J.M.K.P. coi titoli concisi pure lo stile ruvido ma affascinante del suo marchio The Gloomy Radiance Of The Moon, ora dotato di un full-length che potrete trovare nei migliori negozi ammesso che siate capaci di andare dal commesso e chiedergli di When The Nameless Stars Serenade Your Ravenous Usurpation Of The Blackness” senza confonderlo. Ben più facilmente memorizzabile, Origins” della cricca gaelica Saor è invece in rampa di lancio per il 24 giugno col palese obbiettivo di essere il disco dell’estate con buona pace della nebbia messa a forza su copertine e videoclip. Dopotutto l’occhio (nonostante il taglio di capelli di Andy Marshall) vorrà sempre la sua parte, mentre per l’orecchio vi basterà buttare un ascolto alla nuova “Beyond The Wall” e forse addirittura dare altri soldi a lui e alla Season Of Mist che tanto ci fa sudare freddo. Nemmeno una settimana e saranno invece gli appassionati di trucidume, bassezze morali e ronzii a garanzia Shadow Records a sfregare le mani con sguardo da lupo di fronte all’agnello: incrocio di varia umanità già alle prese con le cospirazioni di Craft, Medico Peste e altri, l’omonimo EP degli Eschatology si tuffa di testa e soprattutto di “Cataclysm I” nel mare di frequenze crepitanti solcato dall’etichetta nordica, quindi se siete già dell’ambiente un tentativo per questi nemmeno venti minuti non vi costerà poi troppo. Continua perciò il buon periodo per le fuligginose creature allevate nel vivaio svedese, mentre la Finlandia ha fatto di recente sapere che risponderà con un progetto anch’esso gestito da gentaglia già nota alle autorità, e per di più con la stessa fissa per la numerazione d’antan. Non commettete l’errore di perdervi The Ashen Abhorrence”, debutto dei Pestilent Hex, soltanto per la sua infausta collocazione in calendario l’8 luglio, perché una simile title-track siamo pronti a scommettere non la sentiate poi ogni mattina che Dio manda in terra; e state attenti pure a non buttarvi troppo sul futuro, perché ciò che un tempo era potrebbe ancora essere, e per certi capolavori una tale eventualità non sarebbe nemmeno disprezzabile.
Giusto per farci qualche inutile grattacapo, come reagirebbe il mondo se oggi venisse scatenato su di esso un album opaco, claudicante e morboso quanto Into The Pandemonium”? L’autentico cuore di tenebra dei primi Celtic Frost incute timore e fascino ormai da trentacinque anni, e fargli inaugurare il tris di compleanni settimanali a suon di “Sorrows Of The Moon” aiuterà fin da subito a porre la giusta atmosfera da qui in avanti. Oltretutto, è ben noto come quella tenebrosa quanto magistrale composizione abbia stregato qualche tempo dopo una coppia di cugini finlandesi, i quali decisero di invertire i vocaboli e consegnare alla leggenda un allora gruppetto di scalzacani di cui facevano parte. Un paio di rigidi inverni dopo la fondazione quegli stessi Moonsorrow metteranno su nastro la seconda registrazione demo intitolata “Metsä” includendo in scaletta una “Hvergelmir” già clamorosa ma poi ripresa nel 2008 in occasione del prestigioso mini Tulimyrsky”: noialtri ci siamo rivolti a quest’ultima perla risplendente in una tracklist altrettanto stupefacente, ma voi assicuratevi di rispolverare pure quel rivelatorio nastro realizzato nel 1997, in cui la magia già regnava. Una volta fatto, sedetevi un minuto e venite a patti con l’idea che Enthrone Darkness Triumphant” è stato tra i botti più grossi nel gran finale pirotecnico della golden age norvegese, qualunque considerazione qualitativa vogliate affibbiare a codesta realtà empirica. Magari gli stessi Dimmu Borgir lo avevano capito e volevano assicurarsi che il funerale di tale epoca fosse degno del suo vissuto, oppure hanno tirato fuori dall’imperdibile cilindro di Stian Aarstad una impressionante “Mourning Palace” soltanto perché ne erano capaci; l’importante è che tutto ciò sia avvenuto e che gli effetti, dal ’97 ad ora, siano ancora assai visibili.
Tra Svizzera e Grande Nord, i tre anniversari appena festeggiati hanno insegnato al mondo che Black Metal può voler dire anche eleganza e sofisticatezza, ed essendoci ancora due posizioni libere occorre livellare con la bassa scolarizzazione di due act fondamentali, ripescati dal nulla delle nostre mensole e pronti ad accompagnarvi a calci verso la porta. Anche a bpm rallentati gli Impaled Nazarene fanno sempre la loro figura, oggi come nel 1993 che vide la definitiva “maturazione” della ciurma finnica fuori col superlativo Ugra-Karma”, dove gli haistakaa vittu proferiti da Mika Luttinen nel corso della conclusiva “Sadistic 666 / Under A Golden Shower” sono tutti dedicati all’adorata platea. D’altro canto nessuno, né le eccellenze di Oulu né altri, potranno permettersi di competere coi campioni assoluti d’ignoranza caprina Venom: che in fondo alla strada vi attenda “Witching Hour”, “Heaven’s On Fire” o “Black Metal”? Niente di tutto ciò, anzi per stavolta facciamo le cose in grande e vi salutiamo coi venti storici minuti dell’indimenticabile title-track di “At War With Satan”. In fondo dovrebbe bastarvi, per una settimana o anche qualcosa in più, nevvero?

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Månegarm“Freyrs Blod” (from Ynglingaättens Öde”, Napalm Records 2022)

2. The Gloomy Radiance Of The Moon“When The Dragonstorm Clouds Brake, Woe Betide The Worlds” (from When The Nameless Stars Serenade Your Ravenous Usurpation Of The Blackness”, New Era Productions 2022)

3. Saor“Beyond The Wall” (from Origins”, Season Of Mist Records 2022)

4. Pestilent Hex“Chapter I: The Ashen Abhorrence” (from The Ashen Abhorrence”, Debemur Morti Productions 2022)

5. Celtic Frost“Sorrows Of The Moon” (from Into The Pandemonium”, Noise Records 1987)

6. Eschatology“Cataclysm I” (from Eschatology” (EP), Shadow Records 2022)

7. Impaled Nazarene“Sadistic 666 / Under A Golden Shower” (from Ugra-Karma”, Osmose Productions 1993)

8. Dimmu Borgir“Mourning Palace” (from Enthrone Darkness Triumphant”, Nuclear Blast Records 1997)

9. Moonsorrow – “Hvergelmir” (from Tulimyrsky” (EP), Spikefarm Records 2008)

10. Venom“At War With Satan” (from At War With Satan”, Neat Records 1984)

Michele “Ordog” Finelli

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